lunedì 1 febbraio 2010

Il Presidente Di Liso si autospende


AL SINDACO DELLA CITTÀ DI BARI

PALESE, 1 FEBBRAIO 2010

Caro Signor Sindaco,
apprendo con vivo dolore delle pressanti richieste rivolte ai Consiglieri Regionali al fine di rinviare la proposta di delibera sull’autonomia di Palese-S.Spirito approvata all’unanimità dalla competente commissione regionale. Mi permetto di ricordarti che l’impegno sulla definitiva conclusione dell’iter procedurale in materia è stato da me assunto nel documento politico-programmatico circoscrizionale sottoscritto da tutti i partiti di centrosinistra nella scorsa campagna elettorale. Pertanto, non intendendo essere tacciato di incoerenza e inaffidabilità dai nostri elettori così generosi nei nostri confronti, confermo il mio più fermo dissenso per ogni forma di condizionamento sulla volontà sovrana del Consiglio Regionale, qualunque essa sia. Non escludo, infine, ulteriori mie iniziative volte a tutelare la mia immagine pubblica comprese le mie dimissioni, dolorose ma doverose. Pertanto, comunico che, a far presente dalla data odierna, mi sospendo da ogni attività politica, fatta eccezione per gli atti amministrativi inderogabili, fino alle determinazioni in merito del Consiglio Regionale.
Cordialmente,
Saverio Di Liso
Bravo Presidente mostriamo a questo Sindaco-Pinocchio che a Palese e Santo Spirito ci sono uomini coerenti con le loro idee fino alle estreme conseguenze.
Il Webmaster

domenica 31 gennaio 2010

Il Vangelo di Domenica 31/01/2010

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.